Paroles C'era Un Vento Quella Notte de Squallor

Squallor
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  • Artiste: Squallor4605
  • Chanson: C'era Un Vento Quella Notte
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Textes et Paroles de C'era Un Vento Quella Notte




Cerruti, Bigazzi, Savio

E lo rifaccio, mi piace...
Esagero...
C'era un vento quella notte che anche i più arditi e temerari
Sfidavano le membra del tempo... ho sbagliato.
Nella Sierra Chiavada non c'era un'anima,
tranne il complesso di Edipo che continuava a suonare da soli, senza neanche uno spettator.
Mamma d'o Carmine, che succederà?

Uscì da una piccola fabbrica di indigeni famosi
Un vecchio saggio che disse:
Lo vedi quello là? No. Lo vedi quello là? No. Lo vedi quello là? No.
Era un non vedente. Sembrava Stevie Wonder.

Quattro giorni dopo, sulla turpe della Turpea s'incontrarono lui e lui:
non erano uno sdoppiamento, ma un incontro.
Si guardarono negli occhi fissi, si guardarono e dopo un poco decisero:
"Conquistiamo la sierra"
"Ma tu sì strunz, la ci stanno trenta quarantamila quarantacient pers..."
"Ma a te che te ne 'mport?" "A me me lo chiedi?"
E fu un grande sguardo tra i due: si presero a capate
E continuarono giù, verso il Wesconsin. Già detto. E lo ripeto.
Già detto. E lo ripeto. Già detto. Sembra Vincenzo e Antonio...

Continuando sulla base delle nacchere scendemmo giù per la montagna
E incontrammo una bella fregna, quello è classico.
Ce n'era una e noi eravamo in due. Ce la giocammo a dadi:
vinse lei, e ci chiavò a tutt'e due.
Non fu male quella notte,
ma la mattina al risveglio fummo consci d'avere conseguito un atto sbagliato.

Ci recammo dal notaio Zambeletti, non faceva a quell'epoca medicinali,
ma era un vecchio notaio. Aveva un fiatone,
Che quando ci parlava sembrava che dovesse avere il porto d'armi.
Faceva più vittime lui che il monsone del Caraibi Maria.
Dopo una piccola trattativa ci vendette una miniera
Dove si vendevano grotte del Sahara.

Dopo una piccola estrazione MMMMMHHHAAAAHHA che male,
tornammo ad incontrarci a un tavolo di poker.
Lui aveva tre valè, io avevo tre filippini: vinsi perché avevo il jolly,
il marito dei tre filippini. Un grande rissoso, con una piega amara, che sembrava un fernet.
Mi dette uno scoppolone - ah, m'hai fatto pure male -
E me ne uscii dal salon. Avevo portato con me il borsello e la radio
Ma m'avevano futtuto o' cavallo, perché avevo dimenticato di inserire l'antifurto.
C'era un grande vento quella notte, sciosciava che era una meraviglia.
Lo rifaccio...
Mi feci dare un passaggio da un piccolo indiano su una carrozzella.
Vai avanti, oè, c'o ciuccio. Tum tu tum tu tum, tum tu tum tu tum.


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